L’ottimismo si propaga alle Borse asiatiche, piu’ cautela in Europa. Cresce la convinzione che la stretta monetaria sia al termine. Dati macro europei confermano la “mild recession” in atto! Buone speranze per un calo autunnale dell’inflazione in Europa.
Le Borse hanno proseguito anche venerdi’ 3 novembre il loro recupero: si parla di “risk-on mood” dopo la riunione della Federal Reserve (Banca centrale Usa-Fed) della scorsa settimana, quando Chairman Jerome Powell ha lasciato intendere che la fase piu’ aspra dell’aumento del costo del denaro potrebbe essere conclusa.
In Europa, la scorsa settimana, 5 sedute in rialzo su 5 per quasi tutti i listini: vennerdi’ +0,08% a Milano, +0,30% Francoforte, +0,16% l’Eurostoxx50.
Negli Usa i dati mediocri sul mercato del lavoro hanno prodotto l’effetto di infondere ottimismo sui mercati: a settembre sono stati creati solo 150 mila nuovi posti, contro i 180 mila stimati, ed il tasso di disoccupazione e’ salito da 3,8 a 3,9%.
I salari orari medi sono aumentati +7 centesimi Dollaro, a 34 US/ora, +4,1% rispetto a un anno prima, indicando “moderazione”. Wall Street ha festeggiato i nuovi dati “in rallentamento” poiche’ alimentano le speranze della fine della stretta monetaria: Dow Jones +0,7%, Nasdaq +1,4%, S&P500 +0,9%.
In Europa lo scenario dei tassi e’ meno netto: il membro dell’ECB (Banca centrale Europea) Isabel Schnabel non esclude futuri rialzi, l’inflazione sta scendendo, ma c’e’ ancora strada da fare per “centrare” l’anelato “target” del 2,0%.
Comunque la si veda, la scorsa settimana e’ stata la piu’ brillante da marzo per la maggioranza delle Borse europee: Milano +5,1%, Madrid +4,7%, Parigi +3,7%, Francoforte +3,4% Amsterrdam +3,1%, Londra +1,7%.
Per Wall Street e’ stata la migliore settimana dell'anno con oltre +5% per S&P500 e Nasdaq: d’altronde i mercati sono convinti della fine dei rialzi dei tassi e pregustano i futuri tagli: secondo il FedWatch Tool di Cme Group, la probabilita’ di un rialzo da 0,25% nella riunione di dicembre sono meno del 5%, mentre per quella di marzo, alla possibilità di un taglio da -0,25% viene attribuito il 22,8% di probabilita’.
Questa prospettiva piu’ “dovish” (“da colomba”) rasserena anche il comparto obbligazionario: lo spread tra BTp decennali italiani e omologhi Bund tedeschi venerdi’’ e’ sceso a 180bps dai 186 di giovedì, in parallelo ad un ridimensionamento dei rendimenti dei “governativi” europei favoriti della recenti “pause” decise delle banche centrali Usa e UK: quello del BTP benchmark al 4,44% dal 4,57%,.
Negli Usa, ad ottobre, l'indice PMI servizi ha segnato 50,6 dal 50,9 preliminare e 50.2 di ottobre. Il Pmi composito risale da 50,2 a 50.7: infine l'indice ISM (Institute for the supply management) dei servizi e’ sceso a 51.8 da 53.6.
Complessivamente l’economia Usa “regge bene” e resta in moderata espansione: il Presidente della Fed regionale di Richmond, Thomas Barkin, sostiene che il rallentamento dell'occupazione in ottobre e’ un segnale positivo di normalizzazione, ma non ha commentato sulle possibili future mosse sui tassi, che dipenderanno principalmente dai prossimi dati sull'inflazione.
La nuova settimana parte col forte ottimismo sulle borse asiatiche, contagiate dalle brillanti chiusure di Wall Street che ha archiviato la migliore settimana del 2023: Tokyo ha sorpreso con +2,37%, bene anche Hong Kong +1,57%, Shanghai + 0,91% e Shenzhen 2,21%, tutte ai massimi da meta’ ottobre.
Pechino promette un piu’ agevole accesso ai mercati e aumenti delle importazioni, che nel 2023 sono scese: il nuovo Ministro delle Finanze cinese sosterra’ una politica proattiva, accelerando nuove emissioni di debito pubblico a sostegno della spesa, ma vigiliera’ con rigore sull’utilizzo dei fondi pubblici.
Il miglior listino asiatico e’ stato il Kospi coreano, con +5,66%: le autorità finanziarie di Seoul hanno deciso di reintrodurre il divieto di short-selling fino a giugno 2024.
Le Borse europee invece sono incerte stamani, 6 novembre: i dati finali dei Pmi (Purchasing managers Index) dei servizi e composito relativi ad ottobre lasciano pochi dubbi sulla debolezza dell’economia nella 2’ meta' del 2023: il Pmi servizi della Zona-euro e' sceso a 47,8 da 48,7, al minimo da 32 mesi, ed e’ al 3’ mese consecutivo di calo.
L'indice Pmi composito e' sceso a 46,5 da 47,2 di settembre: il tasso di declino dell'attivita' economica e' il peggiore da novembre 2020, riflettendosi anche nello stop alla creazione di nuova occupazione che durava da 32 mesi.
Peraltro, segnaliamo che in Germania gli ordini all’industria sono risultati sopra le attese a settembre: un +0,2% che si aggiunge al +1,9% di agosto e sovverte le previsioni di un calo di -1%: aumentano gli ordini di macchinari e attrezzature, prodotti in metallo e metalli di base. Crescono gli ordini dall’estero, -4,2%, calano ancora quelli nazionali, -5,9%.
Positivi in media di +0,3% i future su Wall Street, in una settimana che si prospetta “magra” di dati macro: da seguire con attenzione l'inflazione cinese di ottobre e i discorsi della Presidente dell’Ecb Lagarde e del Chairman della Fed Powell, entrambi giovedi'. I rendimenti dei titoli di Stato Usa a 10 anni sono appena sotto 4,7%, ai minimi da meta' settembre, mentre sul mercato valutario prosegue il rafforzamento dell’Euro sul Dollaro sino a 1,074, ai massimi da 8 settimane.
In ripresa il prezzo del petrolio, +1,1% a 81,4 Dollari/barile il WTI, in calo marginale quello dell’oro, -0,3% a 1.994 Dollari/oncia. (ore 13.30 CET).
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