La “tech” resiste e si risveglia anche in Asia ed in Cina. Wall Street fa una pausa, consolidando i massimi storici. Magic moment delle cryptovalute: Bitcoin ad un passo dal record storico. Pechino prevede +5% di crescita del Pil nel 2024: target ambizioso.
Ieri, 4 marzo, i listini azionari europei hanno chiuso senza variazioni di rilevo, con l’umore degli investitori che resta costruttivo, ma molto sensibile ai dati macro, specie a quelli sull’inflazione Usa ed Europea ed al parallelo auspicato, cambio di rotta delle banche centrali verso una politica monetaria piu’ accomodante.
Cruciali, pertanto, sia l’audizione al Congresso di Jerome Powell, Chaiman della Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa) di mercoledì 6, che quella del board dell’EBC (BCE- Banca centrale Europea) di giovedì 7.
Leggermente positive, +0,3%, sia Parigi che Amsterdam, con le azioni dei semiconduttori in bella evidenza: negative, senza sconquassi le altre maggiori piazze finanziarie: Londra -0,5%, Milano -0,3%, Francoforte e Madrid -0,1%.
A Wall Street hanno prevalso le prese di profitto (“profit taking”): Dow Jones -0,3%, S&P -0,1%, Nasdaq -0,4%, comunque attorno ai massimi storici raggiunti la scorsa settimana dopo un memorabile rally che dura da quasi 4 mesi.
Apple ha perso -2,5%, dopo che l'Antitrust dell'Unione Europea le ha comminato una sanzione record di 1,8 miliardi di Euro per aver violato le regole sulla concorrenza nella sua offerta di streaming musicale. Apple avrebbe impedito agli sviluppatori di app di informare i possessori di iPhone e iPad circa possibili e piu’ economiche modalita’ alternative ad Apple Music.
Il caso “Apple” non altera la percezione positiva dei mercati verso la tecnologia, che ora “corre” anche in Asia, compresa la Cina, che ha appena avviato il Congresso Nazionale del Popolo. Lou Qinjian, portavoce del Congresso ha subito affermato che “la Cina ha una solida fiducia sul rimbalzo dell'economia nel corso del 2024".
L'Opec+ (cartello dei 13 maggiori esportatori di greggio) ha deciso di estendere fino a giugno i tagli alla produzione, una mossa decisa per sostenere il mercato, ma gia’ incorporata nei prezzi, che infatti non hanno avuto reazioni particolari dopo l’annuncio: il WTI ha perso ieri -0,4% a 79,6 Dollari/barile, segno che gli operatori temono un indobolimento della domanda.
Stamane la notizia piu’ importante viene ancora da Pechino: il Parlamento ha ufficializzato l'obiettivo di crescita del GDP (Prodotto interno lordo) 2024 "attorno a +5%", come nel 2023: un target che "non sara' facile da raggiungere", ha sottolineato il Premier Li Qiang.
Al di’ la’ dei target governativi, stanno crescendo le attese per il varo di un vero programma di rilancio economico da parte di Pechino, un “bazooka” che possa restituire restituire fiducia a famiglie, imprese e Borse locali, ancora minacciata dalla persistente crisi del mercato immobiliare e dalla incombente deflazione.
L’obbiettivo di crescita 2024 e’ sfidante, anche perche’ il +5% va realizzato su un 2023 che non e’ stato brillantisimo, ma neppure tanto debole, avendo fondamentalmente centrato il target anche in virtu’ dell’effetto di confronto piu’ agevole con un 2022 ancora fortemente impattato dalle restrizioni “Covid”.
Oggi, 5 marzo, le Borse asiatiche consolidano i recenti recuperi: Tokyo ha chiuso a -0,03%, vicinissima ai recenti record, ma Hong Kong ha perso -2,4%, Seoul -0,9%, e Shanghai e Shenzhen sono rimaste “quasi ferme”.
Le Borse europee aprono deboli, in media -0,3% (ore 11.30 CET), non trovando spunti incoraggianti nei dati PMI europei, che continuano a descrivere una congiuntura economica stagnante.
Negli Stati Uniti si consumera’ il giorno del "Super Tuesday" delle elezioni primarie in 15 Stati americani, che prelude alle nomination, e principalmente al possibile 2’ mandato da Presidente per Donald Trump: anche perche’ la Corte Suprema Americana si è espressa contro la decisione della Corte Suprema del Colorado che aveva escluso Trump dalle primarie in quello Stato.
Il prezzo del petrolio torna a calare: quello del Wti (West Texas Intermediate) perde -0,7% a 78,2 Dollari/barile (ore 10.00 CET), mentre resta depresso quello del metano europeo che, sulla piattaforma di trading TTF di Amsterdam, staziona attorno a 36,8 Euro per megawattora.
Sul comparto valutario, l'Euro e’ stabile, permanendo sopra 1,084 Dollari, mentre si rafforza contro lo Yen giapponese a 163,2, da 162,6 di ieri: la debolezza della moneta nipponica e’ evidente anche nel rapporto Dollaro/Yen, sopra 150,5. (ore 11.00 CET).
Nuovo balzo in avanti delle cryptovalute, con Bitcoin che ieri ha superato i 67.000 Dollari, poco lontano dal record storico di 68.982 raggiunto a novembre 2021. Bene anche Ethereum, stamane protagonista di un balzo del +6,6% a 3.721 Dollari (ore 12.00 CET).
I future su Wall Street indicano riaperture pomeridiane in leve flessione rispetto alle chiusure di ieri sera: in media -0,2% per tutti e 3 gli indici principali.
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