Inflazione Usa in lieve frenata ad Agosto: +5,3%, contro attese di +5,4%.
Meno urgenza per attuare il “tapering”? E’ presto per dirlo.
La crescita cinese rallenta ad Agosto, ma resta robusta.
Petrolio WTI sopra 71 Dollari. Anche l’AIE vede forte domanda 2021 e 2022.

L'attesa per il dato sull'inflazione di agosto negli Usa si e’ conclusa con un respiro di sollievo: la dinamica dei prezzi al consumo negli States si conferma elevata, ma non segnala ulteriori accelerazioni.

All’iniziale reazione positiva e’seguita una fase di ripiegamento dei listini europei, che hanno chiuso la seduta di ieri, 14 settembre, in ordine sparso. Il Cac40 francese e’ risultato il peggiore, con un calo del -0,36%, seguito dal Ftse100 londinese, -0,47% mentre hanno conservato un margine positivo il Dax tedesco, +0,17%, ed il FtseMib italiano, +0,39%.

L'inflazione USA di agosto ha segnato +5,3% anno su anno, in lieve calo rispetto al +5,4% di luglio e giugno, pur confrmando i livelli piu’ alti degli ultimi 13 anni. L’aumento mensile dei prezzi ha chiaramente rallentato, con un +0,3% su luglio, poca cosa rispetto al +0,9% registrato a maggio e giugno ed al +0,5% di luglio.

Inoltre l'inflazione core, misurata al netto delle componenti energetiche ed alimentari, rallenta al +4,0% annuale dal 4,3% di luglio, collocandosi sotto alle attese di +4,2%. Le pressioni inflazionistiche, ancora prevalentemente attribuibili ai colli di bottiglia dell’offerta ed all’esuberanza della ripresa della domanda permangono, ed incideranno sul “sentiero di rientro” verso il 2% anelato dalla FED (Banca Centrale Usa), ma sono meno sconquassanti e piu’ prevedibili.

La Federal Reserve, convinta che i picchi di inflazione dei mesi scorsi siano di natura transitoria, potrebbe propendere per una riduzione molto “graduale” degli stimoli monetari e degli acquisti sul mercato, il “cd tapering”, poiche’ sentirebbe meno la necessita’ di intervenire a contrasto di un’eccessiva accelerazione dei prezzi.

Anche Wall Street, ieri, 14 settembre, ha festeggiato brevemente il dato sui prezzi ed ha poi chiuso ai minimi di seduta, con cali marcati: Dow Jones -0,84%, S&P -0,57% Nasdaq -0,45%.

Gli investitori europei hanno venduto energicamente i titoli del lusso, preoccupati dalle prospettive del mercato cinese, ancora alle prese con selettivi lock-down e dalla nuova svolta dirigista-regolatoria del Governo, che potrebbero incidere anche sull’abituale “shopping” per la festa della fondazione della Repubblica popolare del prossimo 1’ ottobre.

Nella prima mattina di oggi diversi dati macroeconomici sembrano segnalare che l’economia cinese sia rallentata ulteriormente ad agosto: le vendite al dettaglio frenano con decisione a +2,5% anno su anno, da +8,5% di luglio e contro stime di +7,0%. La crescita dei “servizi” rallenta, da +7,4% a/a di luglio a +4,8% di agosto ed anche la crescita della produzione industriale cala da +6,4% a/a di luglio a +5,3% di agosto.

Sempre in Asia, questa mattina, 15 settembre, ha creato molto rumore la crisi finanziaria fuori controllo del gruppo immobiliare Evergrande, la cui azione e’ crollata del -11,6%. Altro motivo di preoccupazione e’ l’aumento delle tensioni geopolitiche, dopo che la Corea del Nord ha lanciato altri due missili balistici nel Mar del Giappone. L’indice Hang Seng di Hong Kong ha perso il -1,8%, ed il CSI 300 di Shanghai e Shenzen il -1,0%.

La Borsa di Tokyo, dopo aver raggiunto il massimo da oltre 31 anni sulle aspettative del nuovo Governo “post Suga, dimissionario” ha ripiegato, e l’indice Nikkei ha perso il -0,52%.

La minaccia sugli impianti petroliferi del Golfo del Messico rappresentata dal nuovo uragano Nicholas favoriscono ulteriori rialzi delle quotazioni del petrolio: il Wti (West Texas Intermediate tocca quota 71,1 Dollari/barile, +1,4% (ore 12.30 CET).

L'Agenzia internazionale per l'energia (AIE) prevede un forte rimbalzo della domanda mondiale di greggio, dopo il rallentamento transitorio del trimestre estivo dovuto alla nuova ascesa dei casi di Covid-19 nell’area Asia-Pacifico.

Sul fronte obbligazionario regna la calma: lo spread Btp-Bund è sceso ieri, 14 settembre, a 98 punti base, dopo che il Tesoro italiano ha agevolmente collocato BTP a medio lungo termine per Eur 5,75 miliardi. Lo spread “sotto 100” e’ sostanzialmente confermato stamani, col rendimento del decennale italiano al +0,66%. Intanto quello Treasury decennale Usa cala al +1,28% (ore 12.30 CET).

Sul mercato valutario il dollaro Usa arretra marginalmente dopo che i dati sull’inflazione sembrano alleviare le pressioni sulla Fed per il “tapering”: verso Euro scambia a 1,182 (ore 12.30 CET).

La mattinata dei mercati azionari europei segnala una strisciante debolezza, con cali medi attorno a -0,3%, mentre i future su Wall Street indicano aperture lievemente in rialzo (ore 12.30 CET).

Il prezzo dell’oro conferma una buona intonazione, e pur scendendo del -0,2%, resta sopra quota 1.800 dollari/oncia.

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